comunicazione ANGAISA
ANGAISA, appello sui bonus edilizi: "ripartire per salvaguardare imprese e occupazione"
L'organizzazione dei distributori nel settore idrotermosanitario chiede il mantenimento di bonus e superbonus, insieme allo sblocco della cessione dei crediti: "la manovra sta per offrirci soltanto palliativi"
Milano, 22 dicembre 2022
Un errore raffreddare consapevolmente i mercati dell'edilizia, congelando nei fatti gli incentivi fiscali e non affrontando le dure conseguenze del blocco dei crediti d'imposta. Lo sostiene ANGAISA, associazione nazionale dei distributori idrotermosanitari che rivolge al Governo un appello per salvaguardare imprese e posti di lavoro lungo l'intera filiera servita dai rivenditori associati.
Negli emendamenti alla legge di bilancio, è l'analisi della rappresentanza dei distributori specializzati dell'ITS, l'esecutivo farebbe bene a tenere conto dell'impatto sull'economia di bonus e superbonus edilizi negli ultimi due anni, tradotto in un contributo deciso alla crescita del PIL nazionale. Un volume di investimenti, stimato da ENEA in circa 7,5 miliardi in interventi da ecobonus e 16 miliardi da superbonus nel solo 2021, che è stato possibile realizzare grazie ai meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito, particolarmente graditi dai consumatori. Il progressivo raffreddamento del mercato registrato negli ultimi mesi, con le banche che non acquisiscono più i crediti di imposta legati agli interventi edilizi che consentono di beneficiare degli incentivi fiscali, mette infatti a rischio la solidità delle imprese e l'occupazione generata in tempi recenti: una crisi certo legata all'esaurimento della capienza fiscale degli istituti di credito, ma che è aggravata dalle incertezze derivanti da un quadro normativo in costante evoluzione. Ed è proprio su questo fronte che Maurizio Lo Re, presidente ANGAISA, chiede all'esecutivo di non limitarsi a "misure che rischiano di rivelarsi semplici palliativi".
"Guardiamo con favore a tutte le misure che possano favorire la concreta riattivazione del circolo virtuoso rappresentato dai bonus. Temiamo però" - afferma il numero uno della sigla dei distributori ITS - "che limitarsi a garantire liquidità alle imprese che hanno in pancia crediti che non riescono più a cedere non rappresenti una soluzione efficace sul lungo termine". Perplessità dunque sull'ipotesi di prestiti garantiti dallo Stato in favore delle imprese, da rimborsare in cinque anni, così come sulla possibilità di una ulteriore cessione dei crediti acquisiti, riservata alle banche per agevolare i trasferimenti infragruppo: "occorre un intervento incisivo ed immediato, che non riguardi esclusivamente il superbonus" - precisa Lo Re. "Sembra infatti che il Governo stia decidendo in questa direzione, escludendo i bonus edilizi definiti minori, come bonus ristrutturazioni, ecobonus, bonus facciate. Ci preme infatti ricordare" - sottolinea - "che queste voci rappresentano una componente essenziale del mercato legato a riqualificazione edilizia ed efficientamento energetico".
In assenza di misure più coraggiose, in grado di restituire stabilità e certezze a tutti gli operatori delle filiere collegate al comparto edilizio, ANGAISA evidenzia il rischio di un nuovo corto-circuito. Con la concreta possibilità, per le imprese coinvolte, di perdere quote importanti di fatturato e un rilevante numero di posti di lavoro, creati proprio grazie al volàno degli incentivi.
"Senza il motore degli incentivi fiscali, l'edilizia e il settore dell'impiantistica dovranno fare i conti con un mercato in debito di ossigeno" - continua Lo Re - "complice la progressiva perdita di potere d'acquisto delle famiglie legata alla spirale inflattiva. Ce lo confermano i risultati dell'indagine realizzata da Nomisma per ANGAISA, secondo cui quasi 4 italiani su 10 hanno avviato interventi di miglioramento e/o ristrutturazione di un'abitazione negli ultimi 12 mesi, ma soltanto l'11% ha intenzione di investire in interventi simili nel 2023. Auspichiamo da parte del Governo" - spiega il presidente ANGAISA - "azioni più incisive e strutturali, come ad esempio quella proposta da Federcostruzioni che prevede l'utilizzo degli F24 dei propri correntisti da parte delle banche, al fine di poter ‘scaricare' una quota significativa dei crediti precedentemente acquisiti. Volendo mantenere dritta la barra della legalità, un obiettivo a cui la distribuzione specializzata ANGAISA ha contribuito, applicando con rigore ogni legge e disposizione attuativa che è derivata dallo stillicidio di modifiche degli scorsi mesi" - conclude Lo Re - riteniamo sia un grave errore penalizzare indistintamente tutto il comparto. I dati CNA ci dicono che il settore dell'impiantistica sta sopportando il peso di 5 miliardi di euro bloccati nei cassetti fiscali sotto forma di crediti di imposta: un'ipoteca sulla vita di circa 50 mila imprese".
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