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Strana la coincidenza che vuole le tre componenti della filiera elettrica tutte alla ricerca di un presidente.

Cominciamo da Anie dove l'evento è meno traumatico. Scade il mandato di Gemme e l'opinione dei più sarebbe quella di riconfermarlo. C'è solo da superare il problema dello statuto di Confindustria che vieta le rielezioni, ma pare proprio che questa variazione sarà accettata e così dall'assemblea probabilmente di luglio sarà ancora una volta vincente il nome di Claudio Alberto Gemme.
Ora la FME. Come noto Giampaolo Ferrari ha deciso di dimettersi e già si sarebbe fatto da parte in autunno se fosse stata possibile la sua sostituzione. Il vicepresidente Ezio Galli però è già impegnato come presidente dell'Alme (l'Assolombarda) e del consorzio Findea. Impossibile pensare che si assumesse anche questa carica e difatti così non è stato. E la sua candidatura - che a Ferrari sarebbe piaciuta tantissimo per dare continuità al lavoro fin qui svolto - non sarà percorribile  (pare) neppure il 10 aprile quando ci sarà l'incontro con i produttori e l'assemblea. Nel frattempo ci sono state della candidature poi ritirate e delle offerte declinate (ad esempio Guido Barcella). E, proprio questa mattina c'è anche stato il "no" di un manager esterno. Comunque i distributori vorrebbero uno dei loro! Anche il lavoro dei quattro saggi incaricati di sortire un nome non ha avuto effetto. Dunque si brancola nel buio.
Infine ARAME: anche gli agenti dovranno fare a meno del plurieletto presidente Franceschi che resterà come presidente onorario. In quetso caso la data dovrebbe essere quella del 17 aprile ma non si conosce ancora la location dove si riuniranno gli associati. Si tratterà di una assemblea nazionale che gioco forza diventerà elettiva.
Intanto c'è stato un gennaio davvero brutto con un dato finale di meno 3,4. Che non sarebbe tanto negativo se non andasse parametrato con i mesi di gennaio degli anni scorsi.