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18 Agosto 2012L'export italiano cresce a ritmi tedeschi: +4% nei primi cinque mesi.
(ANSA) - BRUXELLES, 17 AGO - È boom del `made in Eurolandia´. E l'export italiano cresce a ritmi tedeschi: +4% nei primi cinque mesi. Merito della flessione dell'euro o colpa della crisi che rallenta l'import, fatto sta che per Eurostat a giugno l'Eurozona ha avuto una bilancia commerciale da record storico: +14,9 miliardi di euro, frutto di esportazioni per 161,5 mld ed importazioni per 146,6 mld. Mai saldo così alto da quando è cominciata la raccolta europea dei dati nel 1999. Il precedente, dieci anni fa: +13,6 miliardi nel luglio 2002 (ma con volumi di circa il 40% più bassi: 95,9 mld di export, 82,2 mld per l'import). Ed è record anche per il dato `destagionalizzato´: +10,5 mld (+9,7 nell'agosto 2002). Tra gennaio e maggio in Italia le esportazioni totali sono cresciute del 4% rispetto allo stesso periodo del 2011, passando da 154,7 miliardi a 160,8 miliardi. Percentualmente, lo stesso incremento tedesco. Tre volte maggiori però i volumi in Germania, riuscita a vendere al resto del mondo prodotti per 454,8 miliardi. Nel 2011 si era fermata a 436,2. Spia della crisi italiana è però la brusca frenata dell'import: -5% (da 172,9 mld a 163,4). Anno su anno, la bilancia commerciale del nostro paese (nonostante la pesantissima bolletta energetica gonfiata anche dalle grandi nevicate) è passata da un saldo passivo di -18,2 miliardi ad appena -2,6 miliardi. E prendendo in esame il solo giugno, l'export italiano rispetto a maggio è cresciuto del 2%, quello della Germania del 6,6%. Nel complesso, secondo Eurostat, le esportazioni dell'Eurozona a giugno sono cresciute - anno su anno - del 12% (da 143,8 a 161,5 mld) e in una prima stima del primo semestre l'istituto di statistica europea indica una crescita dell'8% dell'export (da 851,2 a 921,5 miliardi (rpt. 921,5)) a fronte di un import in salita di appena il 2% (da 874,2 a 895,3 mld). Valutando i flussi imp-ex dell'intera Ue, Eurostat ha registrato un forte calo delle importazioni da India (-10%) e Giappone (-6%) e una riduzione del deficit commerciale con la Cina (da -62,4 a -56,4 miliardi). Se l'euro in calo sul dollaro può aver dato una spinta alle esportazioni del settore manifatturiero (che per l'intera Ue nei primi cinque mesi sono passate da +90,6 a +133,8 miliardi), i dolori arrivano quando si valutano i costi sul fronte delle importazioni di energia. Il saldo per la Ue a 27 è stato di -176,6 miliardi tra gennaio e maggio di quest'anno, circa venti miliardi peggio dello stesso periodo del 2011 (-156,8 miliardi).
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