Un grave lutto per il mondo della distribuzione nazionale. Guido aveva 61 anni. Era nato il 15 ottobre 1960. I funerali si terranno il 5 gennaio alle ore 10 nella chiesa del quartiere Longuelo di Bergamo, in forma privata.
Guido mi spiegava: "Io sono solo e quindi, il destino, è che venda questa azienda. Ma non subito. Mi voglio ancora divertire, ci sono un sacco di cose da fare e ne vale la pena".
In questi anni l'azienda di Guido Barcella ha fatto parlare ottimamente di sè. Era, anzi è, una azienda leader, una delle migliori. Non a caso ha fatto e fa gola a molti. Una presenza sul territorio potente: per qualità, organizzazione, serietà.
Persino negli ultimi giorni, giusto una settimana prima di Natale, erano girate le immancabili voci. Ma - e lui avrà riso beffardo - non si capiva se Barcella stesse per cedere, per acquistare, per acquistare e poi cedere.
La capigliatura (uguale alla mia), gli dava l'aria da duro e fece scalpore quando, ad un pranzo a Milano, lui tirò fuori una foto della sua gioventù e comparve una testa di riccioli, incredibili. Sotto quei riccioli però gli occhi buoni e un sorriso gentile.
In questo mondo del commercio si è squali e vittime, gentili e duri. E non c'è dubbio che Guido Barcella sia stato l'uno e l'altro. Mi diceva: "I colpi si prendono e si danno, inutile fare le verginelle".
E poi lui appariva impeccabile nel suo vestito blu, un figurino, elegantissimo. Come d'altronde i suoi magazzini che voleva belli, scintillanti.
Come la sua fiera, un capolavoro di organizzazione, di signorilità, di generosità, di perfezione. Negli ultimi anni aveva dovuto rinviarla, sospenderla, ma con grande sofferenza. Ed era stato il primo, appena un barlume di speranza era apparso, a volerla riprogrammare, in quel padiglione della fiera di Bergamo che tanto dolore ricorda a tutta l'Italia.
Ma adesso tutto era pronto, la data fissata e confermata. Chissà.
Infine, a proposito di generosità e altruismo, non possiamo dimenticare quanto Guido ha fatto per la comunità elettrica. Quando, in tempi imbarazzanti, ha accettato, magari facendosi pregare un po' ma alla fine concedendosi, di fare il Presidente della FME. In quei giorni non si trovava accordo, nessuno voleva prendersi un fastidio. C'era il rischio che l'Italia ospitasse il convegno europeo senza aver un Presidente. E anche in quella occasione lui ci fu.
Gentile, serio ed elegante, inappuntabile.
Giancarlo Emanuel |