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29 Settembre 2020
Impianto a regola d'arte per l'acqua del futuro

comunicazione VIEGA

IMPIANTI A REGOLA D'ARTE PER L'ACQUA DEL FUTURO

Un prezioso manuale Viega per impianti di acqua potabile

Si intitola: "Impianti di acqua potabile: guida alla DIN 1988-300" il manuale Viega per realizzare impianti idrici a regola d'arte. E' possibile farne richiesta sul sito viega.it ed è uno strumento pratico per guidare aziende e professionisti nella progettazione e nella corretta installazione di tubi e raccordi (non solo Viega!). Un manuale che integra e spiega in dettaglio le recenti normative europee in materia di acqua potabile.

Teoria ma anche applicazioni pratiche per supportare i professionisti con soluzioni avanzate in fatto di funzionalità e igiene. La vigente legislazione italiana sostiene, attraverso il D.M. 37/2008, la possibilità di utilizzare un metodo di dimensionamento degli impianti di acqua potabile diverso da quello proposto dalla norma UNI 9182. All'articolo 5 paragrafo 3 indica che "I progetti elaborati in conformità alla vigente normativa e alle indicazioni delle guide e alle norme dell'UNI, del CEI e di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell'Unione Europea o che sono parti contraenti dell'accordo sullo spazio economico europeo, si considerano redatti secondo la regola dell'arte."

La pubblicazione tecnica messa a punto da Viega per gli impiantisti italiani illustra il metodo di calcolo della norma tedesca e gli accorgimenti proposti per un dimensionamento igienicamente corretto con pratici esempi. Il professionista, anche in virtù di quanto esposto nella norma UNI-EN-806-3, può orientare la propria scelta di norma tecnica da adottare, verso alternative extra-nazionali di comprovato valore, qualora lo ritenesse più cautelativo da un punto di vista igienico e di razionalizzazione del dimensionamento: il tutto in funzione della specifica destinazione d'uso dell'impianto di acqua potabile.

La DIN 1988-300 è sicuramente una delle norme per la progettazione, l'installazione e la messa in servizio di impianti di acqua potabile maggiormente orientate alla salvaguardia dell'igiene dell'acqua.
Lo scopo principale della norma è quello di garantire un dimensionamento il più razionale possibile riducendo quanto più possibile i diametri, favorendo il ricambio dell'acqua in ogni ramo della distribuzione e limitando quanto più possibile zone a flusso ridotto, che possono rivelarsi estremamente critiche per la formazione del biofilm interno alle tubazioni e per la proliferazione di batteri quali la Legionella.

La norma si fonda su una aggiornata e realistica valutazione dei reali fabbisogni idrici degli impianti a servizio degli edifici che a loro volta sono classificati con diversi coefficienti di utilizzo (contemporaneità) in base alla loro destinazione d'uso, oltre che all'aggiornamento delle reali portate dei singoli apparecchi o gruppi di apparecchi.

Poter valutare in base alla destinazione d'uso il coefficiente correttivo più opportuno rappresenta un primo valore di input essenziale per il successivo dimensionamento dell'impianto. La DIN 1988-300 propone infatti 5 "curve" di trasformazione della portata aritmetica in portata di picco (case di cura, abitazioni ad uso residenziale, scuole/uffici, ospedali, hotel) in funzione quindi delle effettive abitudini di utilizzo ed esigenze di ogni tipologia di edificio. Permette inoltre di prendere in considerazione le cosiddette "unità di utilizzo" ovvero quei locali nei quali sia atteso la contemporanea apertura di massimo due rubinetti di prelievo.

Da un punto di vista computazionale, la norma fornisce gli strumenti per calcolare la perdita di carico disponibile lungo il percorso più sfavorito, considerando le effettive perdite di carico (distribuite, ma soprattutto localizzate), verificando il rispetto delle velocità massime previste e sfruttando al massimo la pressione disponibile al fine di minimizzare il contenuto di acqua all'interno delle tubazioni : la re-iterazione del calcolo in caso di eccedenza della pressione minima di erogazione, contrariamente a quanto previsto nel procedimento nazionale secondo UNI 9182, permette una reale ottimizzazione dei diametri integrando la progettazione da un punto di vista igienico.

La norma esplicita inoltra il metodo di calcolo per l'introduzione di collegamenti in serie e ad anello delle utenze all'interno ad esempio dei locali bagno. Con specifico riferimento all'allacciamento "ad anello", il metodo di calcolo di Cross (procedimento iterativo di calcolo delle portate e delle perdite di carico all'interno dell'anello) consente l'impostazione e verifica per approssimazioni successive delle condizioni di nodo e di maglia tra le utenze collegate.

Il collegamento ad anello rappresenta un'efficacie strategia progettuale che consente il ricambio continuo dell'acqua contenuta all'interno delle tubazioni, specialmente per gli edifici caratterizzati da discontinuità di utilizzo o tipologia di occupanti.



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