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22 Marzo 2016Confcommercio prevede una crescita del +1,6% nel 2016
dalla newsletter Angaisa Confcommercio prevede una crescita del +1,6% nel 2016 "Un +0,8% di crescita del Pil italiano a fine 2015 è troppo poco. Se lo scorso anno c'è finalmente stata una crescita del Pil e dell'occupazione, il minimo che si potesse raggiungere era infatti l'1% di previsione indicato da Confcommercio giusto un anno fa. Questo grazie al contesto internazionale favorevole e a una politica fiscale interna distensiva". Così il responsabile dell'Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, commentando i dati contenuti nel "Rapporto sulle economie territoriali", la cui presentazione ha inaugurato la tradizionale due giorni della Confederazione a Cernobbio, in riva al Lago di Como. Sgombriamo subito il campo dalle previsioni: Confcommercio per il 2016 prevede una crescita del +1,6%, sostenuta dai consumi (+1,4%) e dagli investimenti (+1,6%), grazie a prospettive di breve periodo che restano favorevoli, anche se sono crescenti i rischi al ribasso della previsione. Una crescita affatto "eccezionale", insomma, tanto più che anche proiettandosi al 2017 la situazione cambia davvero poco (Pil a +1,6%, consumi a +1,7%, investimenti a +3,7%). E allora bisogna domandarsi perché l'Italia è incapace di cogliere le opportunità del contesto economico favorevole e perché è così lenta nell'approfittare delle riforme così faticosamente approvate. La risposta è semplice: il Paese è schiacciato ancora da gravi difetti strutturali che non sembrano in via di aggiustamento. Si chiamano deficit di legalità e di accessibilità logistica, eccessi di carico fiscale e di burocrazia, scarsa qualità del capitale umano e agiscono in modo particolarmente sfavorevole in diverse regioni meridionali. Le cifre della crescita, dunque, alla fine sono una media tra il contributo di alcune regioni dinamiche - come la Lombardia e il Nord-Ovest - e di regioni ancora in recessione, come la Calabria, o a crescita nulla, come diverse aree del Mezzogiorno.
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