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ultimo aggiornamento 24/11/2024 ore 22:53




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25 Luglio 2021
Arrivano le Tre C

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Li hanno soprannominati "le Tre C", ma non per un sentimento di paura (almeno ufficialmente).
Anzi, a qualcuno, acquistandogli l'azienda, hanno fatto un gran piacere.

Loro sono, in ordine alfabetico, Franco Cambielli, Paolo Clerici e Alberto Comini. I tre assi del commercio idrotermosanitario in Italia. Compongono il podio, nell'ordine che abbiamo già citato.
Secondo uno dei grandi vecchi e saggi del settore, Cesare Franchi, inseguono quello che non è un miraggio ma un primo traguardo: il miliardo di fatturato. Vedremo come e con quali prospettive.

Diciamo però che la lettera iniziale non è il solo comune denominatore. Intanto sono tutti e tre "lumbard". A Cinisello Balsamo (Milano) la sede di Cambielli, a Brescia quella di Clerici, a  Civate (Lecco) quella di Comini. Alle loro spalle hanno famiglie e non fondi o altri investitori stranieri. E, inoltre, hanno a cuore il commercio its in Italia ma fino a un certo punto.
E quel punto è un confine ideale che riguarda il sud del Lazio e il sud del Molise. Più giù non vanno: molto elegantemente fanno capire che sotto quella linea ci sono "logiche diverse di mercato". Insomma Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e le isole non interessano.

Del 2019 abbiamo l'ultimo dato pubblico relativo ai fatturati. L'ordine non è cambiato e cioè guidava Cambielli (Cambielli Edlfriuli € 782.664.000), seguito da Clerici (Fintrade                 € 351.269.00) e da Comini (PAL 2000, € 255.849.000). Quelli che sono cambiati in due anni sono i numeri che ovviamente sono cresciuti di centinaia di milioni.
Ad esempio: solo in giugno Clerici acquisendo aziende tra Toscana e Umbria ha fatto un ritocchino da 60 milioni.

Anche perchè i tre bravi ragazzi lombardi sono scatenati, anzi di più. Star dietro alle loro acquisizioni o alle loro nuove aperture è quasi impossibile; perchè mentre si sta chiudendo una trattativa in realtà ce ne sono già altre i corso.

Nel recente colloquio con Paolo Clerici abbiamo innocentemente chiesto: li cercate o vi cercano? Risposta: entrambe le cose. Ma c'è di più: in un mercato frammentato come quello ITS non hanno che l'imbarazzo della scelta; per dirla meglio, beneficenza non ne fanno, se comprano vanno sul sicuro. Solo aziende sane, quelle traballanti si arrangino.

Facciamo ora un parallelo con il mercato elettrico. Se sommiamo i fatturati del gruppo Sonepar (circa 1,5 miliardi) e del più grande consorzio (Elex, circa 2 miliardi) raggiungiamo una fetta gigantesca dell'intero mercato che euro più euro meno vale intorno ai 5 miliardi.
Se ora sommiamo quelli che potrebbero essere i bilanci 2021 delle TreC, siamo al di sotto dei due miliardi: ma l'intero mercato ne vale 11 circa. Prospettive di crescita quindi non dico infinite ma enormi.

E quindi, quando Cesare Franchi dice che i tre puntano al miliardo, come il signor Bonaventura del Corriere dei Piccoli inseguiva il Milione, sbaglia.
E Paolo Clerici lo dice senza troppi giri di parole: ci sono i margini perchè ciacuno dei tre punti addirittura ai due miliardi. Ovviamente in prospettiva, ma i soldi ci sono e c'è anche chi è pronto ad aprire il portafoglio, qualora volessero una mano.

Tutto questo avviene in una filiera che pur valendo un tesoro è ancora di retroguardia assoluta. Una miriade di piccoli produttori sommando i quali si fatica a raggiungere le centinaia di milioni. Una miriade di distributori che vengono considerati talmente piccoli da risultare "bottegai" (senza offesa). La comunicazione è inesistente, provate a cercare al di fuori di questo sito interviste ai protagonisti! Auguri.

Insomma un tesoro nascosto che non viene cercato e intorno al quale le TreC, furbamente, hanno capito che c'è parecchio da fare, prima che si muovano altri.

Sì perchè, nel recente passato ha cominciato a far capolino la Germania, dopo che altri stranieri avevano pasticciato e sprecato negli anni prima. Con l'acquisizione della Pressiani e poi della SVAI il potente gruppo tedesco GC (si pronuncia più o meno gezè) con sedi in 16 Paesi europei ha fatto capire di essere interessato all'Italia. E' un po' che non si muove, quindi c'è attesa.

Ma torniamo ai nostri tre Cavalieri, per guardare un po' in casa loro. Ci scusiamo anticipatamente per eventuali errori nei numeri che siamo pronti a correggere se segnalati. Le fonti sono comunque le aziende stesse.

Cambielli è da sempre considerato il Principe del commercio ITS.
Cambielli ha bandierine in 14 regioni. Ovviamente si parte dalla Lombardia con 39; in Triveneto ne ha 22 in Veneto, 7 in Trentino AA, 11 in Friuli. A Nord Ovest sono 3 in Val D'Aosta, 13 in Piemonte, 10 in Liguria.In Toscana sono 21 e in Emilia Romagna 22; in Umbria 4. Le Marche sono a quota 11, l'Abruzzo 17, il Molise 2 e il Lazio 20. Il totale è 202.

Ora Comini. A fare da front-man c'è il giovanissimo Alberto Comini. Le regioni sono 10 e il totale dei punti vendita è 63. Così divisi: Lombardia 18, Liguria 10, Friuli 8, Veneto 6, Toscana 6, Emilia 3, Marche 8, Umbria 2, Abruzzo 1.


Infine Paolo Clerici che per via dei continui ampliamenti ha da poco traslocato in una nuova sede, sempre a Brescia.  I punti vendita sono 106. Con alcune lacune che lasciano presagire future invasioni, a destra come a sinistra, in Veneto e in Piemonte. Comne sempre la Lombardia comanda con 44 punti vendita, seguita dalla Toscana con 31. Poi la Liguria con 12, Emilia con 7, Marche 6 Umbria 5 e Trentino 1. Le regioni coperte sono 7.

Curioso notare infine che, al quarto posto in classifica c'è una quarta C ed è quella di Cussino, cioè Idrocentro. Nel 2019 era giunto a160 milioni di fatturato. Per lui un solo neo: non è lombardo ma piemontese.




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