Quasi non fa notizia: Sacchi rinuncerà e non farà la fiera che era in programma per l'autunno. E, a ruota, arriverà l'allineamento dei cugini di Elettroveneta. Anche Elettromondo salta. Insomma le due fiere, che tra settembre e ottobre avrebbero dovuto vedere in pista le perle di Sonepar in Italia non si faranno. Probabilmente se ne parlerà del 2022, ma tutto ormai è in divenire. A ore infine è attesa la rinuncia di Meb in fiera.
Finisce dunque prima di iniziare il 2021 delle Fiere. Alcuni eventi non sono ancora stati ufficialmente annullati come Cersaie, come Smart a Bari. Pare però davvero difficile che non arrivino altre rinunce.
Quelli di Sacchi ci hanno provato fino alla fine. Anche se avevano detto chiaro e tondo che la prima edizione della loro fiera o sarebbe stata bella e vera; o non sarebbe stata. E ancora due giorni fa, nella nostra intervista, Sferra di Elettroveneta si è mostrato molto dubbioso, con un volto che però faceva pensare più al no che al sì. E Ulrick Liedtke qualche giorno prima aveva lasciato ogni decisione ultima nelle mani di Bruno De Guio, anche se anche questo stop veniva già sussurrato.
Contro le fiere è bene ricordarlo, non c'è solo il COVID. Anche se il COVID ci ha messo il carico da 90.
Più o meno un anno fa, di questi tempi, il presidente di ANIE Busetto disse che nel giro di Confindustria sull'argomento fiere in molti erano un po' stufi. Ovviamente lui lo disse in maniera più compassata. Non era un semplice problema di COVID che a febbraio 2020 non si era ancora presentato in tutta la propria devastante immagine.
Secondo molti produttori le fiere sono troppe, costose e soprattutto non hanno più l'effetto spot che un tempo invece avevano (quando erano poche e ben spalmate nel calendario). Un esponente di ANIE che non è Busetto e che chiede l'anonimato ci ha spiegato: "Le fiere si possono fare, ma devono essere tre- quattro, spalmate sui due anni".
Si capisce a questo punto che il conto da noi fatto qualche tempo fa e cioè circa tredici fiere commerciali (alle quali sommare quelle campionarie) diventa un numero davvero indigesto.
Per la serie "tanto tuonò che piovve" è poi arrivata la lettera di ABB. Vedi nostra intervista a Gallorini. Mentre in molti sussurravano, la multinazionale con sede in Svizzera lo ha messo nero su bianco e spedito a tutti i distributori: "Per il 2021 non contate si di noi". Altri produttori, meno propensi alla letteratura, lo hanno comunicato a voce.
In aggiunta, nelle ultime settimane un nuovo fantasma aleggiava per l'Italia: le organizzazioni dei lavoratori. Che hanno voluto chiarire che, con tutte le precauzioni che vengono prese nei posti di lavoro, nessuno si sognasse di mandare allo sbaraglio tecnici, standiste, manager, agenti nel tourbillon di popolo che sono le fiere.
Che dire a questo punto? Qualche giapponese resiste nella foresta, ma pare proprio di poterlo dire, le fiere quest'anno non ci saranno. Peccato, pazienza. A noi di Mercato Totale piacciono molto. Ma ci sono ragioni, e che ragioni!, per dire che si sta a casa.
Certo è che il discorso non finisce qui. Chi rinuncia quest'anno pensa al prossimo. I più previdenti già un anno fa avevano strizzato l'occhio al 2022: da Comoli a Mef. E' ancora lontanissimo il 2022, senza dimenticare che dove Comoli e Barcella dovrebbero fare le fiere ora c'è ben altro, nulla di divertente o commerciale.
Quelli di Sacchi lo avevano chiarito: la nostra fiera, essendo alla prima edizione, dovrà essere bella, sicura, innovativa. Soprattutto l'ultima parola è interessante. Perchè da qui parte il dibattito sulle fiere che verranno (ammesso che vengano). Come saranno? Nel frattempo la comunicazione e il business non si possono fermare e quindi nuove idee nuovi progetti sono inevitabilmente destinati a crescere ed emergere. Sarà molto interessante. |