E la lista arrivò. Sette candidati, più il Presidente che fa otto. Per chi saràa Milano, nessuna possibilità di scelta, il listino è bloccato, nel senso che sette sono i candidati e sette i posti. Il problema più grosso resta quello del numero dei presenti all’assise di venerdì. Un numero basso di votanti non sarà il prologo a una elezione trionfale. Sarà quindi interessante capire quanti grossisti si presenteranno e chi porterà deleghe. Tenendo presente che anche il numero delle deleghe, per regolamento, è molto rigido e quindi chi dovesse rappresentare un big (voto da tre punti) non potrà rappresentarne un altro, a meno che sia un piccolo distributore (voto da 1 punto). La verifica delle iscrizioni, delle quote versate e delle deleghe sarà quindi un momento molto critico. Prima si voterà la variazione dello Statuto, che sarà approvata pur con il voto contrario di chi non concorda, poi si passerà alla elezione del consiglio. Già sono da preventivare i voti contrari di Sonepar e Rexel alla variazione di Statuto. A meno che i rappresentanti delle multinazionali manco si presentino. Certo è che nel consiglio non sarà rappresentato il distributore con il più alto fatturato in Italia (Sonepar). I nomi, oltre a quello del Presidente, sono quelli di Guido Barcella, Paolo Caraglio, Paolo Ferrari (tutti Elex). Poi ci sarà Alessandro Fogliani (Findea), Rudy Marconi (Fegime); Zaghini (Startre): da capire quale dei tre suoi associati rappresenterà, visto che si tratta di tre big. Può farlo solo per uno. E poi ci sarà Christian Giaffreda della Wurth Mef. Pareva ci dovesse essere anche Piero Convertino, invece il suo nome è fuori dalla lista. Così come il nome di chiunque venda materiale elettrico da Roma in giù. Ma d’altronde, se nessuno è disponibile a partecipare non è che Ezio Galli possa fare miracoli. Se però vogliamo guardare il pelo nell’uovo, manca anche una regione importantissima che non è poi così sudista: il Veneto.
|